Il gas è il combustibile che costituisce la principale alternativa alle maggiori fonti energetiche, in special modo i combustibili fossili tradizionali. Oltre ad essere utilizzato in ambito domestico (per alimentare gli impianti di riscaldamento e i piani cottura), è largamente sfruttato anche dalle attività produttive e commerciali. Quando si parla di ‘gas’, però, si fa riferimento a diverse fonti energetiche, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive. In particolare, i due gas più diffusi sono il propano e il butano che, oltre ad essere spesso impiegati singolarmente, sono i due componenti primari del GPL. Vediamo, di seguito, cosa differenzia queste tre fonti energetiche e quali vantaggi possono comportare a seconda del contesto di utilizzo.
Butano: cos’è e quali caratteristiche possiede
È un composto organico che fa parte della famiglia degli alcani ed è formato da carbonio e idrogeno. A temperatura ambiente e in condizioni di pressione normale, si trova allo stato gassoso mentre passa allo stato liquido in prossimità degli 0°. È quasi inodore; per questo, viene odorizzato ai fini della commercializzazione; di conseguenza, il butano immesso sul mercato ha un odore caratteristico piuttosto sgradevole.
In virtù dell’elevato potere calorifico, questo gas viene impiegato soprattutto come combustibile per uso domestico e non solo; a livello industriale, il butano è largamente utilizzato anche come solvente, nonché come componente nella produzione della gomma sintetica. In aggiunta, forma – assieme al propano – la miscela di idrocarburi nota come GPL (Gas di petrolio liquefatti).
Propano liquido: proprietà e utilizzi
Presente anche in natura, il propano viene estratto industrialmente dal petrolio o dal gas naturale. È il principale componente del GPL, ma viene destinato anche a molti altri utilizzi, soprattutto come refrigerante o solvente. Inodore e incolore, il propano è contraddistinto da una tossicità praticamente nulla; facile da trasportare, è usato come combustibile sia per alimentare fornelli portatili sia per alimentare impianti industriali di vario tipo.
GPL: composizione e caratteristiche
Come già accennato, il GPL è una miscela di gas composta soprattutto da propano e butano (oppure pentano). Si contraddistingue soprattutto per l’alto potere calorifico e il ridotto impatto ambientale, dal momento che la combustione produce emissioni inferiori rispetto ai combustibili tradizionali. Anche dal punto di vista logistico (trasporto e fornitura), non presenta particolari criticità; ragion per cui, di frequente rappresenta una valida alternativa al metano, soprattutto per le utenze dislocate in aree rurali o remote che non sono state raggiunte dalla rete di distribuzione.
Come scegliere tra GPL, metano e propano
Sia il GPL che gli altri gas vengono distribuiti da aziende specializzate; le forniture vengono conferite in unità singole (bombole) oppure rifornendo grandi serbatoi collocati a monte di apposite reti canalizzate. Quelle pubbliche distribuiscono soprattutto il metano alle utenze private a carattere abitativo e non solo – per questo vengono dette ‘reti di metanizzazione’ – mentre gli impianti industriali spesso sfruttano grandi cisterne, interrate o di superficie, rifornite periodicamente di GPL o propano liquido.
In linea generale, butano e propano si addicono maggiormente ad utilizzi limitati (fornelli da campeggio, cucine portatili e simili) mentre il GPL può essere impiegato anche in contesti di dimensioni maggiori. È infatti particolarmente diffuso non solo come combustibile presso siti di produzione e trasformazione, ma anche nelle aziende agroalimentari. Oltre al rendimento energetico, infatti, il GPL è disponibile a costi contenuti, un vantaggio tutt’altro che trascurabile sia per le aziende che per gli utenti privati.
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