01In ambito domestico, il GPL viene impiegato principalmente per il riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria e l’alimentazione dei piani cottura a gas. Generalmente, costituisce un’alternativa sostenibile e vantaggiosa rispetto ad altri carburanti, non soltanto dal punto di vista economico ma anche logistico. Il GPL, infatti, spesso supplisce alle carenze strutturali delle reti di metanizzazione, garantendo indipendenza energetica anche agli utenti dislocati in aree rurali e di difficile accesso.
In casi del genere, solitamente l’unità abitativa viene servita da un serbatoio, che consente lo stoccaggio in sicurezza del GPL trasportato dal fornitore. La gestione dei rifornimenti periodici, e la relativa contabilizzazione dei costi della materia prima, è di fondamentale importanza per tenere sotto controllo i costi, e adeguarli alle proprie esigenze. Da questo punto di vista, è possibile scegliere tra due tipi di rifornimento: a contatore oppure ‘a litro’. Nel nostro approfondimento, vediamo di cosa si tratta e quale dei due può risultare più vantaggioso.
Come si misura il GPL
Per capire quali sono le differenze che intercorrono tra due metodi di contabilizzazione, è necessario anzitutto avere presente in che modo una data quantità di GPL viene misurata.
Le unità di misura utilizzate possono essere due: i litri o i metri cubi. Di norma, 1 m3 di GPL (pari a 1.000 litri) corrisponde, all’incirca, ad una quantità di materia prima che oscilla tra i 500 kg e i 530 kg. Questa equivalenza, che può sembrare sbilenca, è dovuta in realtà alle caratteristiche fisiche e chimiche del prodotto: i gas di petrolio liquefatti hanno una densità inferiore rispetto ad altre sostanze liquide (come, ad esempio, l’acqua). Inoltre, il volume di un carico di GPL può variare in relazione alle condizioni ambientali, in particolare rispetto alla temperatura esterna ed alla pressione atmosferica.
Per quanto riguarda il peso, la misurazione dipende dallo stato fisico del GPL: in forma liquida, il rapporto è di circa 0,52 kg per litro mentre allo stato gassoso il GPL ha un peso specifico di 2 kg per m3. Ciò significa che ci sono quasi 4 litri di GPL in un metro cubo di gas.
Fornitura a contatore o a litro: le differenze
Passiamo ora ai risvolti pratici di quanto evidenziato fin qui. Gli utenti che usufruiscono di un serbatoio di GPL per alimentare gli impianti domestici hanno bisogno di rifornimenti periodici. La frequenza varia a seconda della capienza massima del contenitore, nonché dai consumi associati con l’utenza; di norma, i serbatoi sono dotati di un dispositivo di misurazione, un indicatore che riporta la percentuale di riempimento (di solito, si consiglia di approntare un nuovo rifornimento quando la soglia indicata è tra il 5% e il 20%). La fornitura può essere erogata in due modi:
- a contatore, ossia esprimendo la quantità di GPL immessa nel serbatoio in metri cubi;
- senza contatore (ovvero ‘a litro’), misurando il GPL fornito in litri, soprattutto se il serbatoio non è equipaggiato con un misuratore.
Tale differenza può non sembrare significativa; in realtà, è preferibile optare per la prima opzione, dal momento che si tratta di una unità di misura standard, utilizzata anche in bolletta per la quantificazione dei consumi addebitati all’utente. Di contro, i litri sono tendenzialmente una stima di quanto prodotto c’è in un dato volume di gas; di conseguenza, la quantità effettiva di carburante può variare anche in base alla composizione della miscela.
Forniture di GPL per uso domestico con EnergasQ8
Per monitorare i consumi e i costi, tenendo sempre sotto controllo i rifornimenti del proprio serbatoio, è consigliabile affidarsi ad un’azienda leader del settore come EnergasQ8. Grazie a personale altamente qualificato, infatti, l’azienda è in grado di fornire assistenza in tutte le fasi del servizio, mettendo a disposizione tecnici esperti e competenti. Inoltre le moderne tecnologie adottate per lo stoccaggio e il trasporto della materia prima garantiscono i migliori standard di sicurezza per ciascuna fornitura.