Il GPL è una fonte di energia estremamente versatile, ampiamente utilizzato non soltanto in ambito domestico – per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria – ma anche da numerose attività commerciali ed industriali. In particolare, è impiegato negli impianti metallurgici e siderurgici (per alimentare forni e fornaci), così come dalle aziende chimiche, petrolchimiche, tessili, ceramiche e alimentari (nelle quali può alimentare gli impianti di essiccazione e trasformazione delle materie prime).
Il GPL, inoltre, è spesso adoperato in hotel, alberghi e ristoranti, sia per il riscaldamento degli ambienti interni che per alimentare le attrezzature di cucina. La versatilità di tale combustibile è solo uno dei vantaggi che offre rispetto ad altre fonti energetiche; l’elevato rendimento e i costi contenuti, oltre alla maggior facilità di trasporto e manutenzione, fanno del GPL una risorsa imprescindibile per industria e imprenditoria.
Il piano energetico aziendale
Per sfruttare al meglio i potenziali vantaggi del GPL, l’azienda, a prescindere dal settore in cui opera, deve approntare un dettagliato “piano energetico”, che tenga conto dei potenziali consumi allo scopo di ridurre i costi e gli sprechi, senza al contempo intaccare la produttività.
Il piano si fonda su di un’analisi accurata delle esigenze energetiche dell’azienda ma non deve necessariamente essere tarata soltanto sull’ammontare complessivo del dispendio energetico; la pianificazione, infatti, può essere sviluppata per comparti (produzione, magazzino, distribuzione) o secondo altri parametri, quali le fonti energetiche utilizzate o specifiche priorità operative.
In quest’ottica, la scelta del GPL va ancorata alla valutazione di svariati fattori di natura tecnica e logistica; occorre, infatti, prendere in considerazione (tra gli altri) il dimensionamento e la capacità dell’impianto che, fisiologicamente, devono essere commisurati alle esigenze energetiche dell’infrastruttura produttiva. Naturalmente, anche la localizzazione dell’impianto è un fattore tutt’altro che secondario, dal momento che esistono vincoli tecnici e normativi da rispettare.
Soluzioni per impianti aziendali a GPL
Le aziende che scelgono di dotarsi di un impianto a GPL hanno a disposizione diverse soluzioni, ciascuna delle quali risponde ad un determinato fabbisogno energetico ed a specifiche esigenze operative.
I serbatoi di stoccaggio rappresentano l’opzione più comune per siti di produzione e trasformazione di materie prime che hanno bisogno di disporre costantemente di grandi quantità di carburante. Possono essere orizzontali o verticali, interrati o fuori terra, con capienze che oscillano tra i 25 e i 50 metri cubi.
Una rete con utenze a contatore, invece, si addice maggiormente ad aziende che hanno bisogno di monitorare il dispendio energetico all’interno di sistemi a consumo diversificato. È il caso, ad esempio, delle attività ricettive e di ristorazione, nelle quali il GPL viene utilizzato per diversi scopi.
Aspetti tecnici e normativi
La realizzazione e successiva messa in opera di un impianto a GPL devono essere eseguite secondo la regola dell’arte, al fine di garantire i massimi livelli di sicurezza ed efficienza. Ragion per cui, è indispensabile affidarsi a ditte specializzate e personale tecnico competente, autorizzato a rilasciare le necessarie dichiarazioni di conformità al termine dei lavori.
Le specifiche tecniche per l’installazione di un serbatoio a GPL sono contenute nel DM 14 maggio 2004 (Titolo II); secondo la normativa, i serbatoi interrati vanno collocati “su aree a cielo libero” e, a prescindere dalla collocazione (interrati o fuori terra), “devono essere ancorati e/o zavorrati, per evitare spostamenti durante il riempimento e l’esercizio e per resistere ad eventuali spinte idrostatiche”.
L’impianto va collocato ad una distanza di sicurezza che oscilla tra i 5 e 22 metri quadri, a seconda della capacità (in metri cubi) del serbatoio, nonché a 15 metri dalle linee elettriche. Tali distanze possono essere ridotte della metà se il serbatoio è interrato; in aggiunta, gli impianti fuori terra vanno collocati in un’area ‘libera’ di almeno cinque metri quadri e, nel caso, dei serbatoi interrati, sgombra da alberi ad alto fusto.
Le parti accessorie dell’impianto – che collegano il serbatoio ai macchinari industriali o alle utenze aziendali – devono essere realizzate con materiali compatibili al passaggio del GPL; le tubature possono essere interrate (anche in cunicoli) o fuori terra mentre valvole, manopole e altri dispositivi di erogazione e regolazione devono essere conformi alla normativa nonché di facile accesso per il personale addetto.
La messa in esercizio dell’impianto deve essere preceduta dalla presentazione della SCIA ai fini della sicurezza antincendio, una specifica comunicazione da inoltrare al Comando dei Vigili del Fuoco.
Conformità di esercizio e personale addetto
Ai fini del mantenimento di elevati standard di sicurezza e del rispetto della conformità di esercizio, la normativa stabilisce che “il personale addetto al riempimento deve essere di provata capacità e possedere le cognizioni necessarie per una corretta e sicura esecuzione di tutte le operazioni connesse con il riempimento dei serbatoi”. Da ciò scaturisce il ruolo di primaria importanza da riservare alla formazione del personale addetto agli impianti, non solo in quanto direttamente responsabile – a norma di legge – delle operazioni di riempimento dei serbatoi, ma anche anche in virtù delle prescrizioni normative che prevedono uno specifico corso di addestramento.
Poter disporre di personale qualificato è indispensabile per la corretta implementazione delle procedure di riempimento; esiste, infatti, un apposito protocollo, atto alla verifica dell’efficienza e della funzionalità delle varie componenti dell’impianto, prima del trasferimento del carburante.
Il GPL per le aziende del presente e del futuro
Nonostante una notevole diffusione e un’ampia varietà di utilizzi, l’impiego industriale e commerciale del GPL presenta ancora ampi margini di crescita. I vantaggi economici (anche sotto forma di sgravi fiscali), che si accompagnano a quelli operativi e gestionali porteranno, verosimilmente, un numero crescente di aziende ad avvalersi di questo tipo di carburante, grazie alla possibilità di ridurre i costi energetici e l’impatto ambientale.
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